Nel 2019 la tavola periodica compie centocinquant’anni. Il famoso schema in base al quale sono ordinati gli elementi chimici fu infatti messo a punto dal russo Dmitrij Ivanovič Mendeleev (1834-1907) nel 1869, un secolo e mezzo or sono. A rimarcare l’importanza dell’anniversario, il 21 dicembre 2017, l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso che il 2019 sarà l’«anno internazionale della tavola periodica degli elementi chimici». L’Onu intende così affermare che la chimica riveste un ruolo di primo piano al fine di promuovere forme sostenibili di sviluppo, rispondendo alle sfide del presente in alcuni delicatissimi settori (l’energia, l’agricoltura e la sanità, fra gli altri), ma anche porre l’accento sulla funzione degli elementi chimici per connettere, attraverso un linguaggio comune, aspetti culturali, economici e politici della società globalizzata. «Il sistema periodico» è il titolo della raccolta di racconti per lo più autobiografici che Primo Levi, chimico e scrittore torinese, pubblicò nel 1975. Un libro dalla forte unità tematica dove le parole si legano insieme come una lunga catena di molecole. Ogni racconto trae spunto da un elemento della tavola di Mendeleev: l’idrogeno, lo zinco, il mercurio, lo zolfo e così via. «Sono dunque – si legge nel risvolto di copertina della prima edizione – altrettanti incontri con la materia, vista volta a volta come madre o come nemica, davanti a cui si rinnova la condizione atavica dell’uomo cacciatore in lotta col mondo intorno a lui per conoscerlo e per sopravvivere: storie di un mestiere “che è poi un caso particolare, una versione più strenua, del mestiere di vivere”; ricco di sconfitte, di vittorie e di miserie, di avventure e di incontri, capace di impegnare in pari misura la ragione e la fantasia». La delegazione settimese dell’Anioc, l’associazione che riunisce gli insigniti di onorificenze cavalleresche, ha dedicato il calendario del 2019 alla tavola periodica degli elementi e a Primo Levi. Sull’importanza dello schema di Mendeleev è superfluo soffermarsi, trattandosi di un eccezionale riassunto del sapere scientifico nel campo degli elementi chimici. La tavola è universalmente ritenuta una pietra miliare per il progresso del sapere, partendo dai filosofi presocratici che ricercavano l’origine e l’essenza delle cose ossia l’«archè», l’elemento primigenio che domina l’universo e permane unico ed eterno, rifiutando ogni spiegazione mitologica.
Primo Levi al tavolo di lavoro
In tale ottica, la tavola di Mendeleev si collega alla raccolta di racconti che il chimico Primo Levi diede alle stampe nel 1975. Il libro – chiarisce lo stesso autore in «Carbonio» – «è, o avrebbe voluto essere, una microstoria, la storia di un mestiere e delle sue sconfitte, vittorie e miserie, quale ognuno desidera raccontare quando sente prossimo a conchiudersi l’arco della propria carriera, e l’arte cessa di essere lunga». Aggiunge Levi: «Potrei raccontare innumerevoli storie diverse, e sarebbero tutte vere: tutte letteralmente vere, nella natura dei trapassi, nel loro ordine e nella loro data. Il numero degli atomi è tanto grande che se ne troverebbe sempre uno la cui storia coincida con una qualsiasi storia inventata a capriccio». Conclude l’autore dello «Stiletto» nella presentazione del Calendario: «Ed ecco che la chimica, scienza di grandi contenuti concettuali, da Mendeleev a Levi, finisce per assumere i contorni un po’ indefiniti di un’esperienza di libertà, configurandosi come una sorta di antidoto contro i conformismi, le “verità” non dimostrabili, le argomentazioni ingannevoli, le chimere della politica e gli imperativi di tutti i sistemi totalitari».
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