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Ivrea
23 Luglio 2024 - 15:33
Igor Bosonin
La polizia di Torino ha identificato i quattro membri di CasaPound responsabili del brutale pestaggio del giornalista della Stampa, Andrea Joly, avvenuto sabato scorso. Gli agenti della Digos, sotto la direzione di Carlo Ambra, hanno riconosciuto i colpevoli grazie a tre video: uno registrato da una telecamera pubblica e due ripresi dai cellulari dei residenti di via Cellini.
Tra i quattro aggressori, ora indagati per violenza privata e lesioni aggravate, c'è anche Igor Bosonin, volto noto in tutto il Canavese per la sua militanza in CasaPound e per essere tesserato della Lega ad Ivrea.
Secondo gli investigatori, sarebbe stato lui ad assestare un calcio a Joly mentre era a terra.
Igor Bosonin , 46 anni, nato a Donnas in Val d'Aosta, è colui che ha il profilo politico più rilevante. Attuale portavoce del Comitato 10 febbraio, un'associazione che promuove la cultura italiana delle terre giuliane e dalmate, Bosonin si era candidato come sindaco di Ivrea nel 2018 con CasaPound e alle ultime amministrative è stato candidato al Consiglio Comunale in lista con la Lega.
Senza titoli e senza nomine, Bosonin è noto in città anche per la raccolta alimentare e la consegna dei pacchi alle famiglie italiane indigenti.
Oltre alla militanza, Bosonin è batterista della band "Ribelli d'Indastria".

Igor Bosonin, 46 anni
CIRCA LE ACCUSE, BOSONIN SI DICE SERENO
"In merito ai fatti accaduti sabato scorso all'Asso di Bastoni - dichiara il militante - al momento preferisco non rilasciare dichiarazioni essendo in corso le indagini. Sono fiducioso che le autorità sapranno ricostruire i fatti nel modo corretto e mi riservo di fornire spiegazioni sulla mia posizione, qualora si rivelerà necessario, al magistrato inquirente. Sono molto sereno e spero come tutti che venga fatta assoluta chiarezza nel minor tempo possibile".
Recentemente, a causa di un patrocinio negato dalla Città di Ivrea all'associazione di cui Bosonin è referente, l'onorevole Giglio Vigna, deputato della Lega, aveva speso parole di grande elogio nei confronti di Bosonin: "Igor - dichiarava all'epoca Giglio Vigna - è una persona impegnata nel sociale, con esperienza amministrativa, padre di famiglia, gran lavoratore e un militante di cui la Lega di Ivrea è orgogliosa. Quella di questi giorni è una brutta pagina della storia di Ivrea, un pasticcio e un accartocciarsi di situazioni targato PD e amici; noi certamente non molliamo la presa su questo tema, che sentiamo nostro e che continueremo a portare avanti sempre e comunque, dando precedenza e mettendoci in coda rispettosamente a quelle che sono le due associazioni che prima abbiamo citato e che tanto hanno fatto sul e nel nostro Territorio...".

L'onorevole Alessandro Giglio Vigna della Lega
Tra il 2019 e il 2024 Igor Bosonin è stato anche consigliere comunale a Traversella, in Valchiusella dove si era candidato a sindaco con CasaPound. Molte le battaglie dai banchi dell'opposizione. L'ultima era stata quella per dedicare una Targa a Norma Cossetto, vittima delle Foibe. Il consigliere comunale era riuscito a far approvare, all’unanimità, la mozione per la realizzazione della targa commemorativa.

Bosonin con l'allora sindaca di Traversella Renza Colombatto
Alle ultime elezioni amministrative, quelle del 9 e 10 giugno 2024, Igor Bosonin si è candidato a sindaco nel comune di Vialfrè in Canavese con la lista "Squadra Canavese Vialfrè Futura", una delle civiche schierate dalla Lega.
LE INDAGINI
Questa mattina gli uomini della Digos, guidati dal dirigente Carlo Ambra, hanno perquisito le abitazioni dei quattro e il circolo Asso di Bastoni, in via Cellini, nel quartiere San Salvario.
Alla fine dell'attività sono stati sequestrati gli indumenti che avevano indosso i presunti aggressori quando Joly è stato malmenato. In particolare la polizia ha portato via delle magliette. Gli abiti avrebbero permesso agli investigatori, coordinati dal pm Paolo Scafi, di identificare i componenti del gruppo, ripresi dai video dello stesso giornalista, dei residenti e dalle telecamere della zona.
I quattro sono ora accusati di lesioni personali aggravate dai futili motivi, dal numero di persone e dall'avere agito per commettere il reato di violenza privata. Gli accertamenti non hanno riguardato altre circostanze e dentro il pub non è stato trovato nulla di utile alle indagini.
"Le perquisizioni nei confronti di nostri militanti e della sede torinese dell'Asso di Bastoni, con esito negativo, sono semplicemente uno spreco di soldi pubblici - hanno commentato da CasaPound Italia -. Siamo al fianco degli indagati e siamo pronti a difenderci in tutte le sedi dove dimostreremo la nostra versione dei fatti. Non sappiamo nemmeno se esista un referto e di quanti giorni di prognosi stiamo parlando, ma considerato che già il giorno dopo la vicenda il giornalista ha ripreso a lavorare e a rilasciare interviste in ogni dove - dicono ancora da Cpi -. Da parte nostra c'è tutta la volontà e la maturità di gettare acqua sul fuoco e di evitare un clima di tensione e odio. Non ci faremo intimidire da azioni repressive".
In risposta all'accaduto Ordine dei giornalisti e sindacato del Piemonte, Cgil, Anpi e altre associazioni locali hanno organizzato nel tardo pomeriggio un presidio sotto la prefettura a Torino dove era presente Joly.
"Ora sto bene - ha detto il giornalista - e continuo a fare il lavoro che amo".

Andrea Joly al presidio di oggi a Torino
Ecco chi sono gli altri indagati
Euclide Rigato, 45 anni, residente a Beinasco, è un tassista di professione e ex consigliere comunale di Varisella. Figura attiva nei comitati antispaccio legati a CasaPound, Rigato ha partecipato all'aggressione di Joly. Sebbene la sua carriera politica non sia particolarmente brillante (alle amministrative del 2016 ottenne solo 14 preferenze), è ben conosciuto per il suo impegno nel movimento. La sua partecipazione all'attacco contro il giornalista lo ha portato sotto i riflettori delle indagini.
Maurizio Galiano, 53 anni, soprannominato "Maurizione", è un tecnico ferroviere. Con un fisico possente ma non atletico, Galiano è stato immortalato in diverse foto compromettenti, tra cui una con una mannaia in pugno. Anche lui, come Rigato, è stato coinvolto nel pestaggio e riconosciuto attraverso i filmati esaminati dagli investigatori.
Marco Berra, 35 anni, di Cuneo, chiude il quartetto. Berra, che nelle amministrative del 2016 ottenne una sola preferenza con la lista di CasaPound, è accusato insieme agli altri di violenza privata e lesioni aggravate. Nonostante il suo scarso successo elettorale, è un volto noto nell'ambiente neofascista piemontese.
Le perquisizioni domiciliari condotte martedì mattina hanno portato al sequestro degli abiti indossati dai quattro durante l'aggressione, ma non sono stati trovati cimeli neofascisti nelle loro case né all'Asso di bastoni, luogo associato agli eventi in questione.
Rigato, Galiano e Bosonin sono difesi dall'avvocato Luigi Vatta, mentre Berra è assistito da Giulio Magliano. La comunità locale attende con ansia gli sviluppi del caso, mentre le autorità continuano a monitorare attentamente i movimenti dei gruppi neofascisti nella regione.
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